| Ma adesso, interrogando ansiosi “il vecchio saggio” e scrivente che accadrà ?
Possibile che l’illustre matematico (“delle balle”…), astrologo e “leccaculo” (scrivetelo senza patemi, la Cassazione l’ammette come “non offensivo”) non abbia di che illuminarci ? Possibile che, novello “santone”, non riesca nel miracolo di moltiplicare “i pani e i pesci”, cioè i tifosi al Comunale, come il suo Allievo prediletto, salito agli Onori del Cielo perché più furbo e, soprattutto, amato ? Sarà mica che, sulla croce, c’è finito “quello” sbagliato ? Misteri della Fede (biancoceleste).
E questi “pazzi” (anche questo si può scrivere, stessa sentenza della Cassazione), questi “Mori” che hanno invaso e depredato viale Montegrappa, che cosa ancora avranno da scarnificare, se non i “maroni” intirizziti degli ultimi rimasti ? Profeti di sventura sin dall’inizio (si sa, hanno un “santone” poco santo al fianco) hanno male interpretato un passaggio d’un noto best seller, andando nel deserto e……… non rimanendoci per più di 40 giorni. Ci s'aspettava maggior resistenza e meno pena per gli altri. Son tornati, per la miseria ! Son tornati e nessuno ha certo messo a morte l’agnello del Figlio prediletto che torna a casa, tra il giubilo di mamma e papà e dei “Servi del potere” (che si può scrivere, essendo sinonimo di “leccaculo”), unici a lodarsi di simil accadimento. Altri, quelli con il senno, se ne sono lagnati assai. Ed ancora sfregiano il nome dei Cieli, domandosi che male possano aver fatto per meritarsi tanto castigo Divino.
Ed il futuro, quello vero, non lo conosce nessuno. Bé, per il vero si dice che una fine del mondo sia prossima (2012, ma gli Aztechi erano dilettanti se paragonati al "numerolgo" Informatore), ma a Vigevano, “settore sport – sottosettore calcio”, il delirio e la furia di Mamma Natura parrebbero già essersi scatenati.
Ma sì, s’istruiscano libagioni a base di vini speziati e buoi dalle corna lunate (anche qualcuno a due zampe ha le corna, seppur non “lunate”), s’invitino vergini a corte (ove se ne trovassero, per la miseria !) e mentre l’astrologo-cantore-giullare (e leccaculo......) pensa, nella sua astrusa numerologia, il popolo, tutt’altro che scemo, s’allontana in fretta, in cerca di lidi migliori.
Ma, si dice tra il volgo, quando l’ultimo bue sarà sacrificato e la sbornia smaltita, che si fa ?
Niente. Pantalone ha finito i talleri, Pulcinella ha parlato (“servo del potere” pure lui. E per ben due padroni !), Colombina l’hanno “inculata” ( in senso metaforico, né ?) ed Arlecchino “pirlota” scemo come sempre in via del Carrobbio, cercando un telefono o una filiale della Western Union perché ha finito i soldi, insieme alla festa. Ed il signor Bonaventura, con il suo milione ? Bé, s'é rotto le balle pure quello ! Ai “Mori” non resterà che lo specchio, quello della Regina di Biancaneve (specchio leccaculo pure quello. Ma quanti sono a sto mondo ?), che ripeterà in eterno la sua litania, esaltando la bellezza e l’avvenenza di Scilla e Cariddi, mentre gli Argonauti, che tanto “pirla” non sono, Vigevano l’hanno abbandonata d’un pezzo.
Sono dolori, signori belli ! Certo gioiranno solo oste e vinai, la domenica pomeriggio (primo pomeriggio, perché a sera c’è il basket), con nuovi clienti e vecchi sportivi (o tifosi a voler essere ottimisti), ancora intabarrati in “colori” dimenticati, eppur così belli. Il bianco della neve che si fonde, perfetto, con il celeste intenso del cielo. Quello minore, come d’un Dio sono devoti i vigevanesi del Club, che tra una trippa ed un vinello “di quello buono” fan festa anche loro. No, non è una festa, ma un “rito”, il sempre vivo “pugnatin” del Dante, che non inventa una Commedia Divina, ma che di cose da cantare, ai “Mori”, ne avrebbe assai.
E se di lontano qualcuno scrive, mamma mia, che intromissione nelle cose di corte ! Che reato grave. “Tagliatele la testa” urlava l’isterica Regina di Cuori alla povera Alice.
Soltanto il Coniglio con l’orologio, amico “strambo” della biondina scema del “Paese delle Meraviglie” (non Vigevano, illusi !), correva come un pazzo (ancora !), perché “presto, presto che è tardi”. Troppo, direi, perché il Cappellaio matto ha stretto amicizia con i “Mori” ed insieme (che intanto non s’accorgono d’essersi mangiati una “c” (e sarebbe bello una “Moric Nina”, in viale Montegrappa), in un’ora del thé che suona tanto quanto una campana a morto.
Nobis !
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